Terre del Custoza è un territorio situato sulle colline moreniche a sud-est del Lago di Garda e comprende i Comuni di Sommacampagna, Valeggio sul Mincio, Villafranca di Verona, Bussolengo e Sona. Queste zone ad alta vocazione vitivinicola sono tutte accomunate dalla coltivazione dei vitigni tipici per la produzione del vino Custoza: l’autoctono Corvina, lo Chardonnay, a bacca bianca, e infine il Cabernet.

Si tratta di un territorio molto ricco dal punto di vista enogastronomico: oltre naturalmente al Custoza D.O.C, vino fresco e leggermente aromatico, troviamo infatti numerosi prodotti tipici, che vanno dalle materie prime ortofrutticole alle specialità e ai piatti cucinati in modo tradizionale.

Vigneti di Custoza

Prodotti tipici

Broccoletto di Custoza

Appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, o Cruciferae, il Broccoletto di Custoza inizia ad essere raccolto ai primi di dicembre, per poi diventare protagonista di numerose iniziative gastronomiche dei ristoratori della zona che riescono a ricreare menù davvero sorprendenti dall’antipasto al dolce.

Broccoletto di Custoza

Tortellini di Valeggio

Il nodo d’amore più famoso d’Italia. L’impasto è sottile mentre il ripieno è composto da carni bianche brasate. I tortellini migliori sono naturalmente quelli fatti a mano e possono essere cotti o essiccati con burro fuso e una foglia di salvia, o più tipicamente, in brodo con una manciata di Grana Padano.

Tortellini di Valeggio

Sfogliatine di Villafranca

Le sfogliatine sono una ricetta che risale al 1870.
Questo dolce centenario dalla tipica forma a ciambella è una specialità del territorio di Villafranca conosciuta da molti autori illustri come Berto Barbarani, Renato Simoni e Gabriele D’Annunzio che ne celebrano il dolce gusto in numerose composizioni poetiche.

Sfogliatine Villafranca

Vino Custoza DOC

La particolare ricchezza dei terreni ha goduto della piacevole freschezza del vino Custoza, la cui peculiarità è quella di essere una cuvée, cioè una miscela di vini diversi, con aromi fruttati e floreali. Il custoza è ottimo come aperitivo e in abbinamento a salumi, primi piatti, formaggi e verdure cotte delicatamente.

Vino Custoza

Il territorio delle colline moreniche

Il villaggio di Custoza si trova sul bordo più meridionale di colline modellate dalla formazione morenica che rappresenta il massimo avanzamento meridionale del ghiacciaio. Le colline alte tra i 100 e i 170 metri, lungi dall’essere aspre, creano un paesaggio ondulato e rotondo che si estende da est a ovest, le cime principali sono il Monte Belvedere, Ossario, Bellavista, Monte Torre e Ca del Sale. La zona collinare di Custoza è limitata ad ovest dalla subsidenza del fiume Tione che la separa quindi dalla zona collinare di Valeggio-Sona. In questo quadro si possono trovare vari insediamenti (comunità agricole e frazioni), le cui origini risalgono al 1600-1700. La viabilità è stata costantemente assicurata attraverso strade che collegano i comuni limitrofi di Villafranca, Valeggio, Sommacampagna e altri comuni e frazioni. La risorsa idrica (ad eccezione del fiume Tione) era fornita da fontane e pozzi d’acqua, alimentati attraverso falde acquifere sotterranee collinari. Il paesaggio attuale è caratterizzato da un’intensa presenza di ampi tratti di vigneti, mentre durante le guerre d’indipendenza c’erano piccole parcelle coltivate, grano, vigneti e prati delimitati da siepi e filari di gelsi utilizzati nella coltivazione dei bachi da seta.

Il Museo Custoza

Nei primi anni del 1870, Don Gaetano Pivatelli (1832-1900), un gentile parroco di Custoza, ideò e promosse l’idea di conservare i resti dei soldati caduti in un monumento-ossario dedicato. L’idea fu accolta e nel 1875, a Verona, fu istituito un comitato formale, presieduto da Giulio Camuzzoni (1816-1897) sindaco della città. La proposta di grande impatto dell’architetto Giacomo Franco (1818-1895) fu scelta, tra più di ottanta presentate, per innalzare un ossario sul colle del Belvedere di Custoza. Nel frattempo, il conte Carlo Gazola (1840-1911), incallito reduci della battaglia di Custoza del 24 giugno 1866, si assunse l’arduo compito di riesumare i resti dei caduti dai piccoli cimiteri della zona. Il progetto è stato finanziato da un contributo pubblico nazionale e la costruzione è stata completata entro un anno. All’inizio di giugno 1879, Gazola fu finalmente in grado di trasferire 1900 scheletri nella cripta senza riguardo al rango, alla razza o alla nazionalità. Gli scheletri degli eroi caduti saranno quindi per i visitatori come un ricordo secolare di una generazione perduta di coraggiosi soldati europei. “Nemici nella vita / Nella morte riconciliati / Per compassione raccolta” recita una lapide nella cappella dell’Ossario.

Ossario Custoza

L’Ossario di Custoza fu inaugurato il 24 giugno 1879. Il re d’Italia Umberto I era rappresentato da suo fratello, Amedeo d’Aosta, che aveva preso parte alla battaglia tredici anni prima. C’erano molti veterani tra gli ospiti, tra cui una delegazione militare austriaca. La Compagnia Ferroviaria del Nord gestiva treni speciali diretti da Verona e Mantova a Villafranca. Dalla stazione ferroviaria di Villafranca sono poi state fornite settanta carrozze trainate da cavalli, disposte dal presidente del comitato organizzatore, Giulio Camuzzoni, per portare gli ospiti e le delegazioni a Custoza e sul luogo cerimoniale. La cerimonia è iniziata intorno alle 10.30. Dopo una messa celebrata nella cappella del monumento, gli oratori designati sono saliti sul podio. Tra questi, a rappresentare il Ministro della Guerra c’era Salvatore Pianell, Comandante Generale dell’Unità nella battaglia di Custoza del 1866, che proclamò solennemente l’Ossario “un santuario consacrato alla compassione e al sacrificio”. Dopo di che gli ospiti guidati da Carlo Gazola, si recarono nella cripta che aveva allestito solo due settimane prima.

Battaglia di Custoza

Il 24 giugno 1866, sulle colline moreniche che circondano la sponda meridionale del Lago di Garda, si fronteggiano gli eserciti del Regno d’Italia e dell’Impero austriaco. La battaglia divampa e ogni gruppo riesce a conquistare il pendio della collina; contendere un ponte sul fiume Mincio bombardando, caricando, difendendosi, mentre la giornata va avanti il caldo diventa insopportabile. Gli austriaci avanzano abilmente mentre sul fronte opposto la tenacia delle truppe e la tattica dei loro ufficiali permettono loro di raggiungere obiettivi che si rivelano cruciali. Errori di valutazione e conflitti interni dei comandanti supremi dell’esercito italiano prevarranno, costringendo le truppe ad abbandonare la città di Custoza dove la battaglia volge al termine. Questo grande evento del Risorgimento italiano, lungi dall’avere un impatto reale (pochi mesi dopo l’Austria consegnerà il Veneto alla Francia che lo darà all’Italia più tardi), la sconfitta di Custoza getterà un’ombra sugli anni a seguire e diventerà un peso psicologico per la generazione di italiani.